Maggio, la fine della primavera
Maggio deriva etimologicamente dal latino “maior” maggiore, perché si riteneva che questo mese fosse il più importante della primavera.
In questo mese tutta la natura è al culmine della sua espansione, non è un caso se in tutte le culture questo mese fosse visto come il mese ideale per l'accoppiamento e la fertilità.
Protagonisti di questo mese sono soprattutto i fiori, tanto che tra il 28 aprile e il 3 maggio si svolgevano a Roma fin dal 238 a.C. le feste in onore di Flora, la dea che proteggeva le piante e soprattutto gli alberi nel periodo della fioritura.
UN MESE INSIDIOSO
Nel mese di Maggio il nostro organismo fatica ad adattarsi ai cambiamenti, è importante non abbassare la guardia, possono ancora essere frequenti disturbi da raffreddamento come mal di gola e raffreddori.
Occorre disintossicare l'intestino, potenziare reni e vescica, rinforzare le difese immunitarie.
È necessario rinforzare il sistema nervoso, e dare un aiuto alla tiroide che a volte a causa dello stress tende ad alterare il proprio ritmo.
COSA NON MANGIARE
- evitare caffè, tè nero e sostanze eccitanti che possono peggiorare ansia e nervosismo
- evitare cibi con lieviti e muffe
- evitare il consumo di insaccati e carni rosse
COSA MANGIARE
In questo mese sono molto utili alimenti leggeri, ma rigeneranti.
Continuiamo ad usare tutte le erbe verdi, anche quelle spontanee dei campi.
Sono tutti cibi ricchi di clorofilla e principi amari come CICORIA, TARASSACO, CARCIOFI.
Consumiamo RUCOLA, ricca di vitamina C, utile per contrastare gli ultimi raffreddori, oltre ad arricchirci di calcio, ferro, magnesio, e potassio oltre a fosforo utile per sostenerci nella stanchezza primaverile.
La vera regina del mese è la CILIEGIA.
Questo frutto ci aiuta nel drenaggio dei tessuti e li sfiamma.
Le ciliegie sono ricche di vitamina A e C, ottime per rinforzare le difese immunitarie, potassio e ferro aiutano nel drenaggio e nel contempo rimineralizzano l'organismo.
Possono essere tranquillamente utilizzate anche da chi è a dieta, contengono poche calorie, utile consumarle a colazione e come spuntino.
Il loro colore rosso è dovuto alle antocianine, antiossidanti utili per contrastare la fragilità dei capillari.
Maggio e giugno sono senza dubbio i mesi più indicati per raccogliere piante spontanee ed erbe medicinali.
La natura ci rende disponibili tante piante e una delle più comuni e più generosa è l'ORTICA:
L'ortica è una pianta tra le più conosciute e diffuse.
Cresce spontaneamente vicino ai ruderi delle case, vicino alle case in campagna, ai margini delle strade di campagna, nei terreni incolti.
Era utilizzata in passato anche per l'alimentazione degli animali, ancora fino a pochi anni fa si utilizzava un impasto di foglie di ortica, farina di mais, crusca per alimentare le galline e per irrobustirle.
L'energia dell'ortica nutre i reni, ripulendo il sangue e donando a tutto l'organismo vitalità, ha inoltre proprietà antianemiche, antinfiammatorie, depurative.
Utilizziamo il succo fresco in fiale consigliato per la ritenzione idrica, e grazie al suo contenuto di clorofilla, accresce il numero dei globuli rossi.
IL GUSTO DELLE ERBE SMARRITE
Le erbe primaverili hanno offerto per lungo tempo all'uomo cibi, principi attivi e aromi.
Molte crescono ancora proprio accanto a noi: basta saperle riconoscere durante le passeggiate.
E' primavera ed è impossibile non ricordarsi delle molte, moltissime erbe spontanee, spesso sconosciute e neglette, che producono semplici foglie, teneri virgulti, succulenti getti, carnosi bulbi, radici e tuberi, che da sempre hanno fornito all'uomo cibi, principi attivi ed aromi.
Molte sono state scordate, qualcuna rimane nel ricordo e trattiene storie di vivi e di morti, di terre e di acque, di boschi e di dimore inghiottite dall'incuria e dalla sterpaglia.
Molte ora crescono in ambienti segnati dalla presenza dell'uomo e chissà quante volte avete avuto l'opportunità di vederle, durante le vostre passeggiate primaverili.
L'uso etnobotanico di queste piante selvatiche ha rappresentato una risorsa importante in molte culture.
Gli studi biomedici delle miscele di “erbe contadine” hanno rivelato una funzione protettiva contro le malattie cardiovascolari e i disordini neurologici per la presenza di principi antiossidanti, di polifenoli, di vitamine e di sali minerali.
Tutte queste sostanze hanno dimostrato che, se adeguatamente integrate nella dieta quotidiana, sono in grado di diminuire drasticamente o di prevenire i danni di ossidazione a livello delle membrane delle cellule dei tessuti che appartengono al sistema cardiocircolatorio.
Tra queste erbe ve ne sono alcune, quali la CICORIA (Cichorium intybus), la LATTUGA (Lactuca sativa), il CARDO MARIANO (Silybum marianum), il TARASSACO (Taraxacum officinale), che vengono mangiate ogni anno, nel mondo ebraico, per ricordare la fuga dall'Egitto, come avvenne in quella di Pasqua (che in ebraico si dice Pesach), quando gli Ebrei obbedirono a Dio che aveva loro ordinato: in quella notte ne mangeranno (dell'agnello) la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare (Esodo 12,8).
Anche oggi gli Ebrei, il giorno di Pesach, si siedono intorno alla tavola e vi pongono in mezzo un grande piatto rituale ove, tra gli altri cibi, vi sono alcune erbe amare che ricordano il gusto aspro dell'umiliazione e della prigionia.
L'intenzione di questa cena è quella di ricordare e di rivivere la loro storia come se fossero ancora là, in fuga dall'Egitto, accompagnati da una luna che ne illumina il percorso.