Cosa sono gli oli essenziali?
All'interno di moltissime piante, nascosti nelle radici, semi, fiori e corteccia, sono presenti composti chimici concentrati e molto potenti che permettono la comunicazione con il mondo esterno: stiamo parlando degli oli essenziali.
Questi oli, prodotti dal metabolismo della pianta, vengono infatti utilizzati per attirare (nel caso dell'impollinazione) o respingere (a scopi difensivi) animali come insetti o erbivori.
A volte l'ambiente in cui vive una pianta può presentare condizioni climatiche avverse, in questi casi gli olii essenziali che si raccolgono sulle foglie possono prevenire la perdita d'acqua preziosa.
Inoltre le ormai note propietà antimicrobilche degli oli prodotti, assicurano alla pianta un ottima difesa contro funghi e altri batteri.
Per quanto riguarda gli esseri umani il profumo degli O.E. agisce sull'ipotalamo e sull' ipofisi, innescando reazioni a catena sul sistema ormonale e offrendo quindi possibilità terapeutiche di vario tipo.
Un po' di storia
Conosciuti per le loro enormi proprietà terapeutiche e utilizzati già da millenni in Cina (cannella, anice, zenzero), in India, in Medio Oriente (Khella, pino, finocchio) e in Africa (mirra, incenso, ravintsara), gli oli essenziali vennero dimenticati durante il Medioevo.
In questo periodo l'Europa attraversava un momento di ritorno alla barbarie, con un declino generale del sapere.
Sarà solo con l'arrivo degli Arabi che si assisterà ad un nuovo sviluppo della medicina a base di piante che ritrovano così un posto primario nell'arsenale terapeutico dell'epoca.
L'estrazione degli oli essenziali tramite distillazione a vapore acqueo nasce durante l'epoca della rivoluzione industriale e permette lo sviluppo di prodotti alimentari e profumi.
All'inizio del XX° secolo alcuni ricercatori (Chamberland, Cadeac, Marindale) dimostrano con i loro esperimenti il potere antisettico degli oli essenziali.
R.M. Gattefossè, pioniere della profumeria moderna, bruciandosi le mani durante un'esplosione nel suo laboratorio, riuscì a spegnere le fiamme ma come da lui descritto "lentrambe le mie mani erano coperte da cancrena gassosa in rapido sviluppo". Con un istinto geniale immerse le mani in un recipiente colmo di olio essenziale di lavanda.
Immediatamente alleviato dal suo dolore, la piaga guarì con una rapidità sconcertante.
Stupito da questo risultato, decise di dedicare i suoi studi agli oli essenziali e alle loro proprietà.
L'aromaterapia moderna era nata.
Tuttavia, nonostante la sua incontestabile efficacia, l’aromaterapia non ricevette dai medici l'accoglienza che meritava.
La concorrenza dei laboratori dei prodotti chimici di sintesi, finanziariamente più potenti, e un cattivo uso degli O.E., conseguenza di una ignoranza delle diverse varietà per una stessa specie, sono le ragioni di un successo parziale dell'aromaterapia di quell'epoca.
Oggi, medici (Valnet, Duraffourd, Lapraz, D'Hervincourt, Belaiche), ricercatori di alto livello (P. Franchomme) e farmacisti (D. Baudoux) hanno definitivamente consolidato la reputazione, l’efficacia e la straordinaria ricchezza degli oli essenziali.
Le 3 principali famiglie di essenze
Nel XIX secolo uno studioso inglese, George William Septimus Piesse, elaborò tre categorie, chiamate “note” nelle quali suddividere le essenze aromatiche:
Note di testa
Spesso ricavati dai frutti o dalla buccia, in particolare di agrumi come arancio, limone e mandarino, sono solitamente oli abbastanza economici.
Tendono ad essere di natura fresca, leggera, stimolante e dinamizzante del piano mentale, molto adatti alle attività intellettuali.
Le note di testa sono generalmente molto volatili, ad azione rapida, danno la prima impressione della miscela e non durano a lungo.
Questi oli evaporano rapidamente e facilmente e solitamente hanno proprietà antivirali.
Tra le note di testa troviamo ad esempio: eucalipto, limone, arancio, mandarino, pompelmo.
Note di cuore
Sono oli ricavati dal fusto, dalle foglie e dalle parti aeree come fiori e petali.
Gli odori delle note di cuore non sono immediatamente evidenti e possono richiedere un paio di minuti per manifestare la loro fragranza calda e morbida.
Rispetto alle note di testa richiedono molto più tempo ad evaporare, anche 3/4 ore, e nel caso di una miscela di oli sono loro a donarle corposità.
Tendono a riequilibrare energie fisiche e psichiche e agiscono sull'affettività.
Alcuni esempi sono lavanda, camomilla, geranio, pino, rosmarino.
Note di base
Le note di base sono generalmente ricavate dalla corteccia e dalle radici.
La nota di base è pesante, lenta e calda, ha una carica vibrazionale bassa, evapora in tempi lunghi e rallenta il tempo di altri oli presenti in una miscela.
Queste fragranze sono normalmente intense ed inebrianti, di natura rilassante e sono di solito i più costosi di tutti gli oli.
L'aroma di base può durare anche 12 ore: tra queste essenze troviamo il sandalo, gelsomino, patchouli, mirra, vetiver.
Il processo di estrazione
La maggior parte degli oli essenziali sono ottenuti dalla distillazione mediante trascinamento a vapore acqueo a bassa pressione.
Per ottenere un olio essenziale di qualità, l’artigiano distillatore deve rispettare un rigido percorso e utilizzare la sua competenza per raccogliere la quintessenza della pianta senza alterarla.
Il processo consiste nel fare attraversare dal vapore acqueo un contenitore riempito di piante aromatiche.
All'uscita dal contenitore, il vapore acqueo arricchito dall'olio essenziale attraversa una serpentina dove inizia a condensarsi.
Questa serpentina condurrà il vapore condensato a un essenziere (chiamato un tempo vaso fiorentino) che finirà per contenere acqua e olio essenziale.
La differenza di densità tra i due liquidi permetterà poi una facile separazione dell'olio essenziale dall'acqua.
Proprietà e modalità d'utilizzo
Le numerose proprietà terapeutiche degli oli essenziali derivano dalla loro complessa composizione chimica.
In generale si distinguono le attività degli oli essenziali in base all'attività preminente su un apparato o sistema.
Gli oli essenziali agiscono sul nostro corpo passando per tre strade: applicati sulla pelle, inalati o ingeriti.
Ad ognua di queste strade corrispondono numerose modalità di assunzione, ad esempio: inalazione, olio per massaggio, gocce per via orale, bagni, impacchi, creme, gargarismi, lampade, pediluvi.
Via orale
Per via orale possiamo assumere l'olio nella dose di 1-3 gocce 1-3 volte al dì, in un cucchiaino di miele, lasciando sciogliere in bocca o versato in un tè caldo.
Inalazione
In questo caso si utilizzano diffusori di vario genere, ma il principio è sempre lo stesso: un contentiore per l'olio, generalmente di ceramica o porcellana, che viene riscaldato da una fonte di calore (candela o lampadina).
Normalmente si utilizzano 5-10 gocce di olio essenziale, in relazione al volume dell'ambiente e alle caratteristiche specifiche del singolo olio essenziale.
Massaggio
Per il massaggio si aggiunge l'olio essenziale (cica due gocce) ad un olio di base (due cucchiai), ad esempio olio di jojoba più 20% olio di germe di grano.
Bagno
Per rendere solubile l'olio essenziale è necessario utilizzare emulsionanti naturali.
Versiamo 10 gocce di olio essenziale in 3 cucchiai di miele, di latte o panna, e dopo aver mescolato bene aggiungiamo la miscela all'acqua nella vasca.
Doccia
In questo caso basterà versare 2-3 gocce su una spugna e frizionare rapidamente sul corpo sciacquando con cura dopo l'applicazione.
Pediluvio
Si versano 2- 3 gocce di olio essenziale in una bacinella di acqua calda, in cui i piedi vengono immersi 10 -15 minuti.
Ad esempio l'olio essenziale di menta piperita o di lavanda risultano particolarmente effficaci in un pediluvio dopo una giornata di intensa attività in posizione eretta o dopo una lunga camminata.indolenzimento dei piedi.