La tiroide
Gli antichi consideravano la tiroide la porta d'ingresso del corpo: e in effetti se non funziona bene, come nell'ipotiroidismo, le nostre difese si riducono. Il termine tiroide, che si riferisce alla grossa ghiandola situata nella parte anteriore del collo, deriva da un vocabolo indoeuropeo che significa pietra con funzione di “porta”, lateralmente ad essa passa un muscolo che si chiama cleido, termine che significa “chiave”.
Per gli antichi quindi la tiroide rappresenta la porta di ingresso del torace, a controllare e proteggere strutture vitali come cuore e polmoni. Questo aiuta a capire che la funzione deficitaria di questa ghiandola, l'ipotiroidismo, comporta una minore resistenza agli agenti esterni.
Il soggetto ipotiroideo non si difende bene dagli sbalzi di temperature, soffre di patologie cutanee e respiratorie.
Gli ormoni tiroidei attivano a livello dei vari tessuti i processi ossidativi, nell'ambito dei quali viene prodotta energia e calore e vengono bruciate le tossine. Una tiroide lievemente iperfunzionante, nonostante possa comportare qualche sintomo, garantisce una vita più lunga rispetto ad una tiroide normo-funzionante.
Nell'ipotiroidismo si nota un invecchiamento globale dell'organismo che porta all'atrofia degli organi vitali. Il soggetto ipotiroideo ha una scarsa capacità di difesa nei confronti di malattie infettive, degenerative e neoplastiche. In generale è utile sempre prevenire una predisposizione all'ipotiroidismo, prima che esso sia conclamato.
Quando suona il campanello di allarme?
Quando in famiglia sono presenti casi, se ci sono sintomi come stanchezza, stipsi, alterazioni nel profilo lipidico, depressione o se il soggetto anziano è particolarmente rallentato o accusa malattie di tipo autoimmune come diabete o la celiachia.
Fino a qualche decennio fa il cattivo funzionamento della tiroide si manifestava con la formazione di un gozzo, cioè un ingrossamento compensatorio della ghiandola, che si verificava sia per ragioni ambientali sia per carenze alimentari.
Ai giorni d'oggi la causa più frequente di deficit è dovuta all'atrofia della ghiandola, spesso per un eccessivo consumo di quelle sostanze alimentari un tempo carenti; al contrario del passato spesso non è la carenza di iodio, tuttavia un eccesso di questo può essere causa di infiammazione della ghiandola e di una patologia frequente: la tiroidite autoimmune.
Ricordiamo anche che il carico di radiazioni e di stimoli elettromagnetici a cui siamo sottoposti quotidianamente può aprire la strada alla tiroidite.
La tiroide è infatti un organo molto sensibile e capta facilmente a livello tessutale isotopi radioattivi con struttura atomica simile allo Iodio, come il Cesio, con tutto il danno infiammatorio cronico che ne consegue. L'infiammazione può poi esserci anche in seguito a infezioni virali.
Una situazione autoimmune si può verificare anche in seguito a stress psicofisico della persona, quando l'equilibrio immunitario e ormonale sono compromessi.
La membrana delle cellule della tiroide può rimanere fluida e funzionante anche grazie alla supplementazione di acidi grassi essenziali che riducono lo stato infiammatorio generale che si ha in seguito alla reazione autoimmune.
Spesso la tiroidite evolve verso l'ipotiroidismo, sono utili supplementazioni di TIROSINA arricchita con VITAMINA B12.
L'età di maggiore insorgenza della tiroidite è tra i 40 e i 60 anni, notevolmente più nelle donne. Volendo proteggere la struttura è molto consigliata la somministrazione di SELENIO, elemento che trasforma l'ormone tiroideo nella forma più attiva e che ha un effetto antinfiammatorio e antiossidante.
Per la prevenzione dell'ipotiroidismo, è utile, in casi a rischio, eliminare o ridurre il consumo dei seguenti cibi:
- Brassicacee: cavoli, broccoli, rafano, spinacio, ravanello
- Papillonacee: soia, e derivati
- Cibi contenenti tiocianati: noci, mandorle, mele
- Attenzione alle sostanze che inibiscono gli ormoni tiroidei: fluoro
- Litio (utilizzato nelle sindromi bipolari)
- Sali di Iodio in alte dosi
- Fumo di sigarette
- Pesticidi e bifenili policlorurati
- Estrogeni
- Alcuni farmaci antiaritmici del tipo del cordarone
Consigli per l'integrazione
IODIO (200mcg) - stimola la produzione di ormone tiroideo, da integrare in piccole dosi ad esempio con cibi di origine marina (alga Kelp)
SELENIO (100mcg) - contrasta le spinte degenerative tissutali
ZINCO - fondamentale per la la formazione del TSH ipofisario nutritivo per la tiroide e la cui carenza comporta importanti deficit immunitari.
FERRO - costituisce in parte l'enzima perossidasi essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei
VITAMINE DEL GRUPPO B, B6 e B12 - contrastano l'innalzamento della omocisteina, colesterolo, e creatinina correlati ad un ipotiroidismo, vitamina B2 e vitaminaB3 agiscono sulla produzione di energia.
VITAMINA A E D - per una azione sinergica di protezione e di stimolo sul TSH
TIROSINA (500mg) - la tirosina è un mattone fondamentale per la sintesi di ormoni tiroidei, è indispensabile la somministrazione al mattino, momento nel quale c'è una maggiore necessità di ormoni tiroidei.